venerdì 27 febbraio 2009

Obama inizia a cancellare Reagan

Il budget presentato da Barack Obama è
nothing less than an attempt to end a three-decade era of economic policy dominated by the ideas of Ronald Reagan and his supporters.
 L'obiettivo è la riduzione dell'ineguaglianza nel Paese, cresciuta a dismisura negli ultimi 30 anni.
Una svolta già illustrata dal suo discorso, definito da Charles Krauthammer  the boldest social democratic manifesto ever issued by a U.S. president.
Un'altra epoca sembra iniziare, anche se sarà il pragmatismo e non l'ideologia, inequivocabilmente liberal, a ispirare le scelte dell'Amministrazione. La politica estera sarà laterale, perché senza sviluppo economico la superpotenza americana ha davvero poco senso. In Iraq l'esercito sarà ritirato, anche se rimarranno truppe residue di supporto. Obama dovrebbe indicare un numero di soldati stanziali tra i 30 e i 50 mila. La Pelosi si dichiara contraria, come la gran parte della netroots, e parla al massimo di 20 mila. 

Vediamo se il tuttologo da bancone dei bar dello sport, come lo chiama Mario, ci farà divertire ancora. Di informare, ha smesso già da un pezzo.

giovedì 26 febbraio 2009

Obama investe sul futuro

Obama affronta il Congresso con un grande discorso e promette di trasformare l’America. Ci riuscirà?

In mezzo ad una devastante crisi economica, il presidente Obama è intervenuto per la prima volta di fronte al Congresso unito per informare le Camere sull’attuale stato dell’Unione. Un discorso molto atteso, che Obama ha sfruttato per illustrare una visione dell’America completamente opposta rispetto alla direzione di marcia intrapresa dagli Usa negli ultimi decenni. Utilizzando al meglio l’arte retorica che lo ha reso celebre, il presidente ha rimarcato l’importanza dei piani di stimolo economico e di stabilità finanziaria presentati dalla sua Amministrazione, ma il cuore del discorso era rivolto al futuro del Paese. Ritornando sui topoi classici dell’oratoria americana, i principi sacri degli uomini liberi degli Stati Uniti, Obama ha disegnato il più grande intervento statale dai tempi della Great Society di Lyndon Johnson, il cui collasso diede il via alla rivoluzione conservatrice promossa da Reagan e portata alla catastrofe da George W


Posegue qui

mercoledì 25 febbraio 2009

Obama al Congresso

Nel primo intervento di fronte al Congresso, il presidente Obama ha toccato i punti più significativi della sua risposta alla crisi economica: più educazione, una riforma sanitaria molto ambiziosa e una nuova sfida energetica. La parola chiave è  investimento a lungo termine. Un ruolo che spetta nuovamente allo Stato, un cambiamento della sfida al Government lanciata da Reagan e sostanzialmente accettata da Clinton. Una percezione che sembra condivisa dalla maggior parte degli americani.

Per quello che valgono, anche i sondaggi post discorso hanno mostrato un convinto apprezzamento dell'intervento di Obama.

CBS:

Stimulus is going to help me?

BEFORE SPEECH: 62%
AFTER SPEECH: 79%

CNN:

Economic Plan Obama Outlined Tonight:

SUPPORT: 82%
OPPOSE: 17%

Reaction To Obama's Speech:

VERY POSITIVE: 68%
SOMEWHAT POSITIVE: 24%
NEGATIVE: 8%

martedì 24 febbraio 2009

Senza di loro

Non si esce dalla crisi

La fondazione Ethnoland informa che 

Sono 165.114 gli immigrati titolari d'impresa in Italia. Sono una ogni 33, il 3,3% di quelle attive. Rispetto al 2003 il loro numero, a giugno 2008, e' triplicato. Dal 2000 sono nate 140 mila aziende, 20 mila l'anno e si stima che coinvolgano 500mila di persone, anche italiani. Il maggior numero si trova in Lombardia (30 mila) e Emilia (20 mila). In Sardegna, Sicilia e Calabria gli immigrati hanno uguagliato il tasso di imprenditorialita' degli italiani. A livello provinciale, spiccano Milano (17.297)e Roma (15.490).

lunedì 23 febbraio 2009

Assemblea Nazionale

Sabato sono andato all'Assemblea Nazionale del PD. Appena partito in macchina verso Malpensa, un ragazzo, evidentemente ubriacatosi ad un Carnevale ticinese al quale io sarei voluto andare, ha sfasciato la sua macchina davanti ai miei occhi. A parte l'ingente danno economico, non si è fatto niente. L'ho preso come un presagio.

Francesco Costa ha raccontato bene  ciò che si è svolto all'Assemblea. L'evidente fretta con la quale l'organismo teoricamente  più importante del PD è stato convocato non ha permesso a molte persone di partecipare. I presenti erano numerosi, più di mille delegati, ma erano meno dellà meta degli aventi diritto. L'intervento di apertura della Finocchiaro, presidente dell'Assemblea, e l'appoggio alla soluzione Franceschini espresso da Rosy Bindi hanno reso immediatemente evidente ciò che sarebbe successo. L'elezione del nuovo segretario è stata così approvata a larghissima maggioranza, e la seguente votazione si è rivelata un plebiscito per Dario Franceschini. 

Ho votato con molti dubbi a favore dell'elezione immediata di un nuovo segretario, quindi bocciando il ricorso immediato alle primarie. Credo nel Partito Democratico, ma la via tracciata in questi due anni è stata sbagliata. Il partito del leader funziona solo con Berlusconi, e l'inversione del processo di legittimazione - dall'alto verso il basso invece che il contrario, come anche il tanto citato a sproposito Obama insegna - ha prodotto non pochi guasti nella dialettica democratica del partito, così come nel processo di selezione della classe dirigente. Il PD è un unicum per il modello organizzativo scelto: nè semplice partito degli eletti, selezionati con la primarie, come avviene in America, nè partito di militanti e dirigenti sul modello europeo. Si è arrivati al paradosso, eufemismo,  di primarie per selezionare il coordinamento dei circoli, ma non per scegliere i parlamentari. Scelti a Roma tra i rappresentanti delle correnti principali. Una revisione dello Statuto prima del congresso autunnale sarebbe auspicabile. 
In questo senso, l'apparato che ancora sopravvive avrebbe utilizzato lo strumento delle primarie senza preventiva discussione dei nodi politici, solo per risolvere con l'accetta i non pochi problemi emersi nella fusione delle due classi dirigenti di Ds e Margherita, in una partita solo nominalistica e non programmatica. Tutto questo a 3 mesi dalle elezioni europee, e da un'impegnativa tornata amministrativa. E con lo spettro della scissione ben presente, come certe inutilmente polemiche dichiarazioni lasciavano presagire

Il b/prodino Franceschini non è forse la soluzione migliore, ma è sicuramente la più ragionevole in questa fase. Dove i problemi evidenti di consenso del PD sono oscurati dai rischi per la sua sopravvivenza.

La cosa che più mi spaventa ancora è l'assoluta mancanza di comprensione del vero problema del centrosinistra, ovvero l'allocazione del suo consenso. Da 15 anni la classe dirigente dei Ds e della Margherita, erede di due culture politiche bocciate dall'elettorato italiano, il centro berlingueriano del Pci e la sinistra democristiana, ha scelto consapevolmente di rinunciare alla lotta politica nell'area più ricca e popolosa del Paese, il Nord. Grazie al maggioritario, alla relativa staticità dell'elettorato italiano nelle consultazioni politiche, e la sua selettiva mobilitazione nelle tornate amministrative,  la forza dell'apparato comunista nell'Italia centrale, e gli antichi legami, diciamo così, con lo Stato assistenziale di democrastiana memoria al Sud hanno permesso la sopravvivenza del centrosinistra di D'Alema, Marini, Veltroni, Rutelli, Fassino e via discorrendo. L'unico elemento che ha tenuto in piedi elettoralmente queste forze  è stato il potente spirito antiberlusconiano che ha permesso di mobilitare persone e ceti sempre più slegati dalla  proposta politica. Ora, anche questo pozzo di consenso sembra essersi inaridito, quantomeno per il PD. Rispetto a tutto questo, nuove primarie avrebbero semplicemente impedito un rinnovamento legato a diverse logiche politiche/territoriali rispetto al partito, che inizia a Piacenza e finisce sulla Salerno-Reggio Calabria, di questi ultimi 15 anni. Siamo ancora fermi al 1994/1996, e nessuno se ne rende conto. Con l'arma elettorale più significativa, la contrapposizione frontale a Berlusconi, consegnata colpevolmente a Di Pietro grazie alla nostra scarsa attenzione su temi centrali come etica della politica e giustizia. Non ho mai sentito dire che il nostro smottamento elettorale è iniziato da quando l'indulto è stato approvato.

Il centrosinistra del primo decennio berlusconiano è stato pensionato dal ritorno del proporzionale, che ha mostrato come la forza singola dei candidati, che ci sovrarappresentava, era in realtà una coperta troppo corta per coprire le debolezze strutturali dei partiti. Tutti impegnati a rincorrere il passato, si veda i rifondatori del comunismo, o a inseguire improbabili chimere tra un impossibile mantenimento della tradizione e l'aggiornamento, perlopiù in funzione di pura contrapposizione, alla contemporaneità berlusconiana, fino ad arrivare ad incredibili spinte neoidentitarie su schemi politici di un ventennio fa. Dalla riforma Calderoli, che ha riportato al centro i partiti e la loro forza ideologica nel rappresentare la società attuale, il centrosinistra ha praticamente perso ogni elezione. Non mi pare di aver sentito nessuna riflessione in merito.

I miei amici dei Mille hanno provato a sovvertire il risultato dell'Assemblea, senza riuscirci. Non ho aderito alla loro iniziativa perché io vengo da quel profondo Nord che il Pd, come il centrosinistra prima, ha dimenticato. Senza una riflessione seria sui nostri fallimenti con questo territorio, ogni discorso di rilancio dei Democratici italiani sarà inutile. La loro proposta di innovazione generazionale è sensata, ma secondo me insufficiente per rilanciare il PD. Senza una profonda revisione dei paradigmi culturali che hanno dominato il centrosinistra in questi anni la notte berlusconiana sarà ancora lunga. 

Per questo, è più adatto un congresso che rinnovi idee e persone, e per questo ho votato Dario Franceschini e non Dario Parisi, come pure ero tentato. Spero di non essermi sbagliato.




venerdì 20 febbraio 2009

Quanto è bello l'OdG

Una riunione senza Ordine del Giorno non può funzionare. Nessun Odg dell'Assemblea di domani è arrivato. Attendiamo, ma intanto andiamo

giovedì 19 febbraio 2009

Un nome nuovo

Nei sondaggi online di Repubblica e Espresso domina un nome nuovo per la guida del PD. Uno storico dirigente nazionale ci spiega il perché.

Dall'intervista del Corriere della Sera a Franco Marini

 Al Pd serve un candidato «nuovo»? 

«Sicuramente non servono semplificazioni banali. Servono i giovani come i politici con esperienza: quando sento definire "vecchio" un cinquantenne, o un D’Alema, un Castagnetti che per me sono quasi dei giovanotti, penso davvero che la retorica del rinnovamento deve avere un limite».

Post dedicato alla bellissima Vale

martedì 17 febbraio 2009

Deadblogging: Veltroni si è dimesso

21 30 Ultima riflessione
Nel 1994, dopo una pesante sconfitta alle europee che seguì il tonfo delle politiche per la prima volta vinte da Berlusconi, D'Alema e Veltroni si scontrano per la leadership della sinistra italiana. La scissione del Ppi in una parte moderata e l'altra progressista, diciamo così, portò all'Ulivo. Si vinse grazie alle divisioni della destra, e si governò tra mille spaccature e 3/4 governi diversi. La destra si unì ma noi ci separammo: rottura con il Prc e Di Pietro, Ulivo che perde le elezioni e secondo governo Berlusconi. A questa sconfitta la risposta fu il ricompattamento con Prc e Di Pietro, nasce l'Unione che pareggia(perde?)alle politiche. Due anni di governo, ci si rispacca e si perdono le elezioni.Veltroni e D'Alema si contendono la leadership a 15 anni di distanza, però, giusto per dare un segno di novità, lo scontro arriva prima delle europee. Ricomincio da capo, o Groundhog Day, al centrosinistra italiana gli fa un baffo.
Tutto questo, in questi anni, è stata definita cultura dell'innovazione. 

20 30 Ufficiale
Domani conferenza stampa di Veltroni. Dimissioni ufficiali, e ci si avvia verso una reggenza Franceschini. Chi ha vissuto l'epopea Folena non ha un bel ricordo. Si è  ripalesato  stamattina pure lo spettro dell'Unione. Insomma, siamo pari pari al 2001/2002. Ho solo 8 anni di più.
18 25 Obama +1
L'effetto Pd non coinvolge Obama, che mgliora di un punto. Ora il suo tasso di approvazione è al 61% secondo Rasmussen.

18 20 Può essere vivace, un deadbloging?
Fabrizio parla di virtù della coerenzaFrancesco ha un'opinione simile. Sono più in linea con l'amarezza di Pippo, al momento.

17 15 Veltroni si è dimesso

Rubo il titolo a Pippo e Mattia. Pare ormai certo che Veltroni si sia dimesso. Il modo peggiore di reagire ad una sconfitta molto brutta.

Sconfitta sarda, parte 1

Qualche considerazione sul voto di ieri.
  • Siamo al 90% dello scrutinio e Cappellacci si avvia verso i 470 mila voti, a soli 20 mila dal risultato delle politiche 2008. Un risultato davvero incredibile, tenendo conto che finora il centrodestra, alle regionali, non aveva mai superato la soglia dei 400 mila. La mobilitazione dell'elettorato è avvenuta solo da una parte.
  • Soru è andato male, perchè rispetto a 5 anni fa avrà comunque perso 100 mila voti. Sono davvero molti.
  • Il centrosinistra non esiste più, verrebbe da dire. Lo scrutinio delle liste di partito è ancora indietro, ma il PD, di fronte al campo berlusconiano quasi interamente rimobilizzatosi, si è più che dimezzato. La SA prenderà pochi voti in più rispetto all'ecatombe di aprile 2008, mentre pure Di Pietro non può certo gioire.
  • Nel primo quinquienno berlusconiano le amministrative erano sempre state perse dal centrodestra, ora invece il bilancio è già a loro favorevole(Trentino csx, Abruzzo e Sardegna cdx con bocciatura della maggioranza di csx al potere)
  • Segue...

lunedì 16 febbraio 2009

Postilla

Crollo di sonno e non posso permettermi di seguire lo scrutinio fino alla soglia che io considero di sicurezza, oltre 1000 sezioni. Dubito che la notte porterà sorprese, però magari si perde con molto onore - la vittoria mi sembra ormai impossibile. Ringrazio infine tutti quelli che mi hanno linkato nel corso della due giorni sarda. L'amico di Berlino, e di telefono, Pippo Civati, l'ottimo Francesco Costa, il destrissimo, e molto gaudente, Andrea Mancia, e molti altri che dimentico per stanchezza, ma che davvero ringrazio di cuore.

Elezioni in Sardegna, finale

Siamo ad un terzo dei voti e la Sardegna sembra scivolare via. A Oristano il recupero si è arrestato, mentre a Sassari il vantaggio accumulato è ormai troppo esiguo. Guardando al voto delle province, colpisce lo scarso margine accumulato da Soru nelle zone più rosse, come Nuoro o Medio Campidano, dove la maggior mobilitazione mi ha fatto sbagliare previsione. Malissimo il centrosinistra, sotto al 40%, che delude in ogni sua componente. I partiti portano il 40% del consenso a Soru, mentre a Cap le forze di centrodestra danno il 54%. La differenza probabilmente sarà tutta qui. Complimenti comunque a Soru per l'ottimo risultato personale, ma in politica o c'è la squadra, al momento latitante, o non si vince.

Un grazie a tutti i lettori, oggi ho stracciato ogni record di visitatori. Oltre 2 mila persone mi hanno seguito, con più di 7 mila pagine lette. Grazie, anche se oggi è una serata molto triste per chi crede nel rinnovamento del PD.

Sardegna a Cap?

640/1812
Soru 45,1 Cap. 50,05 (- 15 mila voti)
Ora diventa ardua, e tra un po' crollo di sonno...

Elezioni in Sardegna

23 05
Alghero (49/53) Cappellacci 51,6 Soru 44,6 
 Olbia (24/48 ) Cappellacci 59,2 Soru 37,8
Non male il dato di Alghero, alle politiche si era sotto di oltre il 10...

23 00
Cagliari 152/179 Soru 45 Cap. 50,9
Oristano 27/35 Soru 40,33 Cap 54
Sassari 98/137Soru 52,33 Cap. 41,6
Brutta...

22 50
Aggrappati a Oristano, 26/35, dove Soru recupera inesorabile, quasi un punto a sezione. Ora è 40,47 mentre Cap è 53, 87, a 1720 voti di distanza. Se lo tiene a meno di mille, io credo che possa strappare la Regione. A 550/1812 Cap è +6. Dura come la scalata dell'Eiger. I voti da scalare sono 15 mila, un'enormità, ma arrivano in modo talmente caotico che non è ancora detta l'ultima parola.

Non è statistica, e non la spaccio come tale. Ma quando c'è la partita, si tifa. Come dice Zoru.


22 35
Sassari 94/137
Soru 52,3 Cap. 41,6
Oristano 25/35
Soru 40,1 Cap. 54,2
A Oristano Soru era sotto di 30 punti, ora è meno della metà. Calma. A Sassari il margine sta aumentando ancora.

22 30
Mi chiedo quale sia il metodo campionario di proiezioni  basate sui dati che arrivano dal sito della Regione Sardegna. Se dovessi scommettere, due lire su Cap. le butterei, ma la statistica è un'altra cosa.
22 25
Regione è ferma a 426 sezioni. Fino a 1000 non si deve disperare. Guardate i Comuni, che dati arrivano e se conoscete qualche sardo fategli un fischio.
22 20
Sassari 90/137
Soru 52,3 Cap. 41,65 (+4970)
Oristano 
Soru 39,19 Cap. 55,19

22 10
Sardegna 426/1812
Soru 45,4  Cap 49,8
Occhio, qua è ancora aperta...
22 05
Alle 10 di sera, a 7 ore dalla chiusura delle urne, siamo sotto al 20% dello spoglio. Senza parole.

22 20
Sassari 90/1337
Soru 52,3 Cap. 41,65 (+ 4970 voti)
Oristano 23/35
Soru 39,19 Cap. 55,19

22 00
Sassari 88/137
Soru 52,5 Cap. 41,45 (+5000 voti)
Oristano 22/35
Soru 39,1 Cap. 55,3 (-1550 voti)
Soru si riprende, è dura, durissima ma non ancora finita.
21 45
Cagliari 120/179
Soru 45,1 Cap. 50,95
Sassari 81/137
Soru 52,2% Cap. 41,7
Oristano 20/35
Soru 39 Cap. 55,3
Sardegna 347/1812
Soru 44,5 Cap. 51

Il dato shock della Regione si spiega con il calo già documentato tra il 30 e il 50% dello spoglio di Cagliari e Sassari, e immaginiamo anche di altri comuni con simili dinamiche. Ora le cose vanno meglio, la partita è durissima ma è tutto ancora aperto. 

21 20
Oristano 16/35
Soru 38,35 Cap.56,11 (-1300)
Sassari 74/137
Soru 52 Cap. 41,9 (+3700 voti)
Cagliari 108/179
Soru 45,2 Cap. 50,8 (-2900 voti)
Sardegna 282/1812
Soru 45,58 Cap. 49,78 (-4970 voti)
21 10
Oristano (si recupera)
Soru 37,15 Cap. 56,75 
E' un calcolo che vuole dire poco, ma se si sommano i dati delle 3 città, Soru è ancora in testa.
21 06
Cagliari 98/179
Soru 45,22 Cap. 50,88
Sassari 73/137
Soru 51,89 Cap. 41,95
Sardegna 189/1812
Soru 46,3 Cap. 49


21
Tra gli amici democratici, Pippo e Francesco, si diffonde un po' di pessimismo. Nella sfida tra Cagliari e Sassari per ora è in vantaggio ancora Soru. Manca Nuoro, Ogliastra e troppi dati. Continuo a crederci, certo con meno ottimismo di prima.E non mi interessano i dati di Termometro, che mi sembrano troppo dipendenti dal caotico arrivo dei risultati al quale stiamo assistendo. Buon concerto a Simone
20 50
Sassari 67/137 
Soru 52,05 Cap. 41,95
Cagliari 91/179
Soru 45,2 Cap. 50,9
Sardegna 189/1812
Soru 46,3 Cap. 49 (sono ultimi dati di Sassari e Cagliari, favorevoli al candidato di B. Calma)

20 42 Segnala Pippo, via telefono a questo giro, che il link della Regione da seguire è questo. I pochi comuni che hanno fornito i primi dati sono per lo più orientati a destra. Bene. Calma e gesso che la notte è giovane.

20 32
Oristano 8/35
Soru 34,65
Cap. 58,95

20 31 Non credere a niente altro che siano i dati, che cercherò di postare con regolarità fino alle 23/24

20 30 Si Fa Notte

Sassari 60/137
Soru 52,85
Cappellacci 41,2
Sardegna 153/1812
Soru 48
Capp. 47,45

Elezioni in Sardegna Live (più o meno)

20 20 

42% Cagliari: Soru -6,25

40% Sassari Soru +13

8% Sardegna Soru +0,1


19 30 Obama al 64, in calo di 2 punti per Gallup.

A Sassari le cose vanno molto bene, come già si intuiva dai dati dell'affluenza. Al 33% dello scrutinio, Soru sta al 54%, contro il 40% di Cappellacci. Nel 2008 il centrosinistra aveva poco più di 4 punti sul centrodestra, e a livello regionale ha vinto il campo berlusconiano di 5 e qualcosa. Nel 2006 il vantaggio conquistato dall'Unione in città fu uguale al margine con il quale si vinse in Sardegna, poco più di 7 punti. Nel 2004 Soru vinse in città di 16 punti, e la Regione fu conquista con quasi 10.

A Cagliari invece il dato è più deludente. Al 32% dello scrutinio Cappellacci guida di 5 . Nel 2006 l’Unione vinse di 2 punti, nel 2008 il centrodestra ottenne un margine superiore ai 4 punti. Nel 2004 Soru vinse bene, con oltre 8 punti. Il dato di Cagliari cambia un po' le carte in tavola, perchè se Cappellacci vince è probabile che la corsa sarà all'ultimo voto.

Il sito della Regione è finalmente partito. Al 3% conduce Cappellacci di 4, ma sono ancora poche sezioni. Nei due staff, tutti tranquilli.


18
Giusto per rimarcare di cosa parla primariamente questo bloggino, il tasso di approvazione del Soru americano sta al 60% secondo Rasmussen, mentre per Gallup ieri era al 66%. Alle 19 posto l'aggiornamento. Aspettando qualche dato dalla Regione Sardegna e dai suoi Comuni.

17.45
A Sassari Soru al 56%  all' 11% del voto. Ancora presto, però è una gran bella partenza. A Nuoro non ho trovato i dati ma cercano un geometra, per chi si vuole candidare. A Cagliari silenzio. Cercheremo gli spifferi sul web, come perfettamente descritto, come al solito, dal bravissimo Francesco Costa.

Affluenza definitiva

Molto buono per Soru il dato di Nuoro, Sassari e Ogliastra. La bassa partecipazione in Medio Campidano è invece un segnale non positivo, almeno alla luce delle passate elezioni. Olbia, roccaforte del centrodestra, si è mobilitata.Oristano, altro bastione azzurro, no.
 Molto buoni i dati delle città di Cagliari, Sassari e Nuoro .
CircoscrizioneElettoriVotanti uominiVotanti donneTot.% Votanti
Regionale1.473.180495.140500.548995.68867,58
Visualizza comuniCAGLIARI485.404161.674166.382328.05667,58
Visualizza comuniNUORO145.20949.76351.216100.97969,54
Visualizza comuniORISTANO152.77450.31650.093100.40965,72
Visualizza comuniSASSARI296.725101.530103.801205.33169,19
Visualizza comuniMEDIO CAMPIDANO92.62530.42129.75160.17264,96
Visualizza comuniCARBONIA IGLESIAS119.93138.90138.46077.36164,50
Visualizza comuniOGLIASTRA53.12617.93917.73035.66967,14
Visualizza comuniOLBIA TEMPIO127.38644.59643.11587.71168,85

Elezioni in Sardegna Live (più o meno)

16.30 Affluenza al 68%, picco nelle province rosse. Nuoro al 75%. Tra un po' i dati ufficiali, ma si mette abbastanza bene. 
16.15
In attesa dei primi dati, ultimi sondaggi segreti. Su Portotorres.net Soru è in testa di 0,9. Da Andrea l'ultima corsa vede vittoria al fotofinish,0,7%, per il cavallo di casa Cappellacci. 
 La linea del Piave per Soru è il tasso di partecipazione: sopra il 66% si vince, sotto si balla. L'affluenza sarà il primo risultato certo che avremo, e qualche valutazione si potrà fare. La storia della Sardegna ci dice che più la gente vota all'interno, e nelle grandi città, più il centrosinistra è competitivo. Il dato delle 11 era abbastanza buono, in questo senso
15.00 
Le dirette elettorali di due amici, dal fronte Soru il grandissimo Pippo Civati, il campo opposto presidiato dal mitico allibratore Andrea Mancia.
14:50
Ultimi sondaggi, per quello che valgono(nulla). 
Soru 48.7 Cappellacci 46.4 (fonte CSX)
Soru 48.5 Cappellacci 49.3 (fonte CDX)
I dati che contano  arrivano solo da qui.

L'eterna barzelletta

Mentre Matteo Renzi ha strapazzato ogni pronostico, con i cuori dei militanti e dei simpatizzanti democratici rivolti alla Sardegna, i dioscuri di D'Alema e Veltroni si cimentano in un imbarazzante, ad essere generosi, botta e risposta sul congresso anticipato ad aprile. Se non ci fossero, Berlusconi li inventerebbe.

Affluenza ore 11

Nuoro si conferma in testa, cresce Sassari insieme all'Ogliastra e il Medio Campidano. Province di centrodestra in leggera flessione. Tra un paio d'ore si inizia a contare.
Affluenza alle ore 11
CircoscrizioneIscrittiVotanti%
Regionale1.473.180807.16554,79%
Visualizza comuniCAGLIARI485.404264.15154,42%
Visualizza comuniNUORO145.20985.20158,67%
Visualizza comuniORISTANO152.77482.13353,76%
Visualizza comuniSASSARI296.725163.52355,11%
Visualizza comuniMEDIO CAMPIDANO92.62549.34553,27%
Visualizza comuniCARBONIA IGLESIAS119.93162.69452,28%
Visualizza comuniOGLIASTRA53.12630.16756,78%
Visualizza comuniOLBIA TEMPIO127.38669.95154,91%






127.38669.95154,91%